Help Arrives

Henry x Damian

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    Henry "Hank" Walker | Umano | 04.04.76 | Caotico Buono
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    "Tutto qui? Un trucchetto sfigato e una battutaccia?"
    "Tesoro, potrebbe essere il titolo della mia autobiografia!"
    Il cellulare aveva ripreso a squillare per quella che pareva essere la quinta volta consecuitiva. Lavanderia di Hell's Kitchen Risposi con non troppo velata ironia. Henry ma dove diamine sei? Sarà la centesima volta che ti cerco e oggi c'è la riunione dei soci. Ti devi presentare Sbuffaì leggermente infastidito da quella chiamata. Si, assolutamente ed infatti stavo arrivando solo che poi mi sono accorto uscendo che era un incredibile giornata di sole e mi sembrava brutto sprecarla così. Dall'altro lato della linea riuscivo a sentire il terrore di Nicholson che traspariva dal suo respiro sempre più veloce. Ascoltami, non so più cosa raccontare qui e dobbiamo assolutamente esaminare insieme il fascicolo dei Volkolov. Abbiamo una causa da 2 milioni di dollari... La sua voce leggermente acuta mi fece sorridere. Sentivo parlare di quella causa ormai da settimane. Si, ne ho sentito parlare ma come ho già detto anche al tuo socio non c'è molto che si può fare. Chiederemo un rinvio, lo terremo in ballo per un altro paio di mesi e poi andremo a patteggiare perchè è l'unica cosa sensata che si può fare. Feci una piccola pausa prima di riprendere. Aggiornami quando avete deciso di patteggiare Chiusi la chiamata senza lasciare che Nick avesse il tempo di replicare. Buttai il cellulare nella tasca dei pantaloni prima di accendere il motore dell'auto. Per la giornata avevo scelto l'Audi R8, insomma, per non dare troppo nell'occhio.
    Impostai il navigatore per portarmi a Sud di Brooklyn in un quartiere che non avevo mai sentito nominare in tutta la mia vita. Secondo il mio gruppo di supporto, nei momenti in cui ero leggermente giù di tono potevo far ricorso ad un paio di aiuti. Alcuni li chiamavano droghe (leggere) io preferivo definirli il mio Supradyn quotidiano. In sostanza erano una sorta di integratori alimentari sotto un certo punto di vista.
    Ovviamente il mio gruppo di supporto era la mia psicoterapeuta che ero costretto a frequentare ancora una volta a settimana per non so quanto tempo. Questo era il piccolo incoveniente di aver cercato di passare dall'altro lato dell'orizzonte, se così lo vogliamo dire.
    Avrebbe potuto prescivermi roba da sballo ma alla fine aveva convenuto che non sarebbe stato corretto, nemmeno lecito e forse poco etico. Così avevamo optato per questo genere di strada. Lei non mi aveva detto ufficialmente nulla ed io non stavo acquistato ufficialmente nulla.
    Mi accorsi dopo circa dieci minuti che forse la mia auto, in quella zona, non sarebbe passata proprio così inosservata come avevo immaginato all'inizio.
    Le strade erano strette, gli edifici in buona parte cadevano a pezzi. Ci sarebba da riqualificare la zona... magari con del verde. Pensai con ironia a voce alta.
    Parcheggiai esattamente nel punto che il mio contatto mi aveva indicato. Il contatto me lo aveva trovato Nick che in questo periodo era diventato un po' il mio tutto-fare. Non so esattamente come lo aveva trovato ma se lavori in uno studio legale capisci ben presto che certa roba gira senza grandi problemi. Nick si era anche proposto di acquistarmela direttamente ma preferivo gestirmi da solo quel piccolo mini-market. Non mi andava che la gente attorno a me sapesse anche quel piccolo dettaglio dopo ciò che era successo.
    Tirai fuori il cellulare dalla tasca.
    Punto d'incontro raggiunto. Scrissi in una sorta di codice. Sorrisi di sbieca fissando il display che mi segnalava che il messaggio era stato correttamente inviato. Ora non mi restava che aspettare.
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    damian aleksander prescott | 22 y.o. | spacciatore | metaumano

    La sua giornata era iniziata nel modo peggiore che potesse esistere. Le chiamate continue di Alfredo sul proprio cellulare non lo lasciavano in pace, destando in lui una semplice voglia di prendere il dispositivo, buttarlo in mare e cambiare identità. Damian era solleticato dall'idea di cambiare completamente vita. La sua attuale? Un vero e proprio inferno. Ogni giorno si trovava a dover affrontare la pressione della polizia, rivali di altre gang limitrofe, clienti insoddisfatti e la costante paura di essere arrestato. Non c'era tregua, ma nemmeno pace. La sua esistenza era costantemente appesa a una corda, in bilico tra la libertà e la prigione. Le strade buie e oscure diventavano il suo rifugio, mimetizzandosi con il suo cappuccio in modo da non dare nell'occhio. Ogni passo era un rischio, ogni affare un'incognita. Eppure quella trappola mortale a lui piaceva da matti: gli era stato promesso che sarebbe diventato qualcuno, un pezzo grosso. E lui si addentrava sempre più in profondità in quel tunnel criminale dove la dipendenza dai soldi facili bussava sempre alla sua porta. I rapporti personali diventavano un lontano ricordo, le amicizie solo una copertura per proteggere gli affari e un vuoto esistenziale. Come ogni giornata, rispose seccato a quella chiamata. Alfredo gli disse che c'era da fare un giro d'emergenza. Gli fu fornito un contatto di cui lui non volle sapere nulla. Semplicemente 'doveva effettuare una consegna' e tutti gli altri imbecilli erano impegnati con pratiche burocratiche dalla polizia perché erano stati semplicemente beccati. Così, spazientito dalla voce secca dell'uomo, si apprestò a raggiungere la sede clandestina dove tenevano la roba. Prese quanto pattuito e si mimetizzò tra le strade di Brooklyn, iniziando una messaggistica criptata con il cliente che lo avrebbe portato a capire che quella fosse una sola o meno. Una volta giunto nel quartiere malfamato, il quale gli ricordava molto quello in cui era nato, ricevette una notifica: aveva raggiunto il punto di destinazione. Senza tanti preamboli o giri di parole, digitò un 'sono quasi arrivato, ti ho visto.' alzando poi il passo per vedersi finalmente davanti un auto con qualcuno a bordo. Il punto deciso era ben accorto e discreto, non dando nell'occhio. Si permise di fissare l'uomo, mantenendo un'espressione del volto abbastanza seria. La persona seduta in quella vettura, aveva un che di vagamente famigliare, qualcuno che la sua illustre famiglia poteva aver conosciuto nei suoi party filantropici. Non ci pensò, lasciò andare via i sospetti e si accese una sigaretta, guardandosi attorno. "Sono Black Mamba. Hai portato i liquidi?" chiese, vedendo in giro il panorama deserto e lugubre della povertà assoluta. Si indicò la tasca, facendogli capire che aveva lì la busta ermetica con la roba che aveva richiesto. Una volta concluso l'affare, sarebbe tornato al suo solito mood di vita blasfema e sregolata. Tanto, cosa aveva da perdere?

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    "Tesoro, potrebbe essere il titolo della mia autobiografia!"
    L'attesa di stava allungando notevolmente e quel vicolo non mi piaceva affatto. I palazzi non solo erano fatiscenti ma anche le strade erano luride. Tutt'attorno c'era una distesa di bidoni di metallo e spazzatura. Vestiti buttati quà e là insieme a pacchetti di sigarette vuoti. Dove cazzo mi aveva mandato Nicholson?
    Afferrai il cellulare prima di mandare un nuovo messaggio per avvissare il mio assistente che mi trovavano nel punto che mi aveva indicato. Attivai anche il GPS giusto per essere sicuro che qualora fosse successo qualcosa i soccorsi sarebbero stati in grado di raggiungermi. Previdente? Paranoico? Non sapevo bene come definirmi in effetti.
    Le mani si muovevano velocemente sul display dell'iphone continuando a digitare freneticamente. Avevo da poco iniziato la mia personale partita a "Crossy Road".
    Maledizione! Imprecai ad alta voce. Stupido pollo! Il gioco consistenva nel muovere una gallina tra le strade affollate di una città senza farsi investire. Sbuffai quando l'ennesimo camion mi tirò sotto facendo volare piume d'appertutto. Avevo tanti talenti ma certamente Crossy Road non era tra quelli.
    Alzai lo sguardo e mi accorsi che da dietro l'angolo era appena comparso un ragazzo piuttosto giovane. Poteva essere lui? Forse si, forse no. Del resto quella zona era piena di gente poco raccomandabile. Capii che potesse essere lui dal fatto che rallentò il passo una volta raggiunta l'auto. Abbassai il finestrino. Sono Black Mamba. Hai portato i liquidi?" Non riuscì a trattenere una risata. Veramente quella era la prima cosa che gli era venuta in mente di dire? Se vuoi, ho anche i solidi... Black Mamba! Calcai il nome con una certa ironia. Che c'è? Oggi hai finito i compiti a casa troppo presto e ti sei dato ad un secondo lavoretto? Scherzai squadrandolo da testa a piedi. Abbassai leggermente gli occhiali da sole per guardarlo meglio. Ce li hai almeno 18 anni? Domandai ora con una certa serietà. Già non era una grande idea cercare di procacciarmi quel genere di cose da solo, figuarsi essere beccato con un ragazzino minorenne. Nelle mia mente si aprirono gli scenari peggiori in cui comparivo di fronte ad una giuria per dover spiegare la situazione. Sospirai. Ovviamente me la sarei cavata con l'ennessima cauzione più qualche soldo extra che lo studio avrebbe dovuto sborsare per nascondere il nuovo "piccolo errore", se lo avessimo voluto definire così. Forse questa volta sarei stato allontanato per davvero visto tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Certo, farmi fuori dal consiglio non era certamente facile ma una strada magari l'avrebbero trovata, prima o poi.
    Tirai nuovamente su gli occhiali e cercai di schiarmi i pensieri. Guardai il ragazzo di fronte a me e cercai di captare qualcosa dal suo abbigliamento. Sicuramente non era uno che se la passava male a giudicare dai suoi vestiti quindi esclusi senza troppi indugi la categoria "senzatetto". Quant'è ragazzino? chiesi infine prendendo il portafoglio che avevo lasciato nel portaoggetti e frugando un po' all'interno. Merda, non avevo più di 20$ in contanti. Questo poteva essere un problema. Accetti anche carte di credito vero? Chiesi con tono incredibilmente serio. Trovare un bancomat da quelle parti non sarebbe stato facile.
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    Essere tacciato di 'minorenne' fu davvero troppo. Più che altro perché Damian non dimostrava nei connotati di possedere ancora dei denti da latte. Da quando aveva memoria, la gente lo aveva sempre sottovalutato a causa del suo aspetto giovanile, trovando difficile credere che avesse già superato la maggiore età. Non importava che indossasse abiti adulti o che mostrasse maturità nei suoi modi, la gente continuava a fingere di pensare che fosse ancora un adolescente. Questa cosa lo mandava in bestia. Questa costante sottovalutazione aveva causato un profondo senso di frustrazione e impotenza in lui, tanto che rispondeva a tono a chiunque osava dargli del mammoletto. Si sentiva come se il suo vero sé non fosse mai stato veramente riconosciuto, come se il suo valore fosse stato ignorato a causa di pregiudizi superficiali. Non importava quanto sforzo mettesse nel dimostrare la propria età e maturità, sembrava che nessuno volesse credergli. E quel cliente, così sorridente e spavaldo, gli ricordava superficialmente uno di quei ricconi che ai party di sua madre gli strizzavano le guance, dicendo quanto fosse tenero. In realtà, presto i suoi dubbi vennero dissipati dal carisma e dalla sua parlantina, facendogli capire che fosse in vena di sarcasmo. "Ho ventidue anni, ma grazie d'avermene dati 18, vuol dire che mi mantengo bene." ironizzò anche lui, cercando di decifrare il suo modus operandi e capire se l'aveva già visto da qualche parte. Niet. Zero. Forse i suoi genitori con i loro agganci sicuramente l'avevano intravisto in qualche loro episodio passato. A volte si sentiva invisibile e incompreso, come se il suo vero sé fosse stato soppresso da etichette e pregiudizi, ma era quel lavoro a dargli la forza necessaria per andare avanti, facendolo sentire qualcuno d'importante. "Comunque, visto che mi stai simpatico, applico lo sconto della casa, sono circa 70 dollari, ma qui dubito che troverai un atm da cui prelevare... ci sono cresciuto in quartieri così e il massimo che trovi è un discount che vende roba scaduta." Damian sapeva che doveva rimanere forte e resistere alle avversità, Brownsville glielo aveva insegnato. Si promise che avrebbe continuato a lottare per essere riconosciuto per quello che era veramente, non importava quanto tempo o fatica sarebbero stati necessari. "Non so, il tuo magico telefono da 1200 dollari non ti segnala da Google Maps qualcosa nelle vicinanze?" Stava quasi per chiamarlo nonnetto, quasi, perché si era sentito dare del ragazzino, ma si trattenne. Voleva capire se quell'uomo fosse sempre così scherzoso o sperava col sarcasmo di avere la polverina magica addirittura gratis.

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    Capii dalle risposte del ragazzo che non era un tipo che apprezzava particolarmente l'ironia o forse che non aveva molto tempo da dedicare a quell'incontro. Diede un paio di risposte secche giusto per far capire che lui era lì per concludere (ed anche in fretta) quel lavoro e per avere i suoi soldi. In qualche modo mi ricordava i clienti dello studio. Gente in giacca e cravatta particolarmente altolocata che si affidava ad una serie di legali per farsi risolvere gli ultimi problemi che si erano creati. Alla fine era sempre qualcosa di incredibilmente fastidio che andava risolto in punta di piedi e nel minor tempo possibile, il costo poi era del tutto irrilevante, era il tempo e la discrezione quello che più imporatava ai clienti. In qualche modo trovavo logica quell'associazione con il ragazzo che avevo di fronte. Non riuscì a non accennare un leggero sorriso.
    "Ottimo ragazzo, dritto al punto. Hai proprio l'aria del piccolo imprenditore in carriera!" Lo apostrofai in maniera diretta. Avrei magari giusto rivisto l'outfit ma da uno spacciatore di quartiere cos'altro mi sarei potuto aspettare? Un completo di Hugo Boss?
    "Fantastico, mi ci voleva proprio lo sconto della casa e allora eccoti i 20$ che mi hai chiesto". Mi sporsi dal finestrino dell'auto e glieli infilai nella tasca della felpa senza troppi giri. Allungai poi la mano e gli feci segno di passarmi quello che mi doveva. Sorrisi. Sapevo che non era stupido ma perchè non tentare il colpo.
    "Oh dai andiamo, sono un nuovo cliente! Perchè non mi fai una di quelle tessere con sconto ogni 10 acquisti e facciamo che partiamo dal decimo acquisto?" Cercai di sorridere con fare affabile.
    Tirai fuori dalla giacca l'iphone ed iniziai a digitare qualcosa sullo schermo. Trovare un bancomat da quelle parti non sarebbe stato facile ma avrei potuto buttare 10 minuti in più della mia vita per quel ragazzo. Del resto mi serviva quella roba, ne valeva della mia terapia.
    I miei pensieri furono distratti quando captai un po' di movimento dietro all'auto: quattro ragazzi si erano avvicinanti e qualcuno stava allungando la mano sulla carrozzeria. Li fissai muoversi dallo specchietto retrovisore.
    "Gran bella auto" Sogghignò qualcuno. "Si, meravigliosa, ma tieni giù le mani perchè non mi va di riportarla all'autolavaggio". Spesso avrei dovuto capire quando mordermi la lingua, Elizabeth lo ripeteva da una vita. "Se vuoi te la portiamo noi!" Sentì uno degli altri ragazzi ridere mentre si avvicinavano al ragazzo a cui avevo lasciato i miei ultimi venti dollari e lo squadravano da capo a piedi.
    Il mio sesto senso mi stava dicendo che la situazione non si stava mettendo proprio benissimo. Mi guardai attorno alla ricerca di informazioni rilevanti ma eravamo in una delle zone più desolate del quartiere probabilmente: la strada era stretta, un sacco di spazzatura gettata per terra, qualche garage malandato e appartamenti dall'aria fatiscendete. Di certo non dava l'impressione di essere una zona sicura, insomma, se avessi dovuto scegliere dove mandare a scuola i miei figli sicuramente non avrei scelto quel quartiere.
    "Perchè non facciamo che ora ve ne andate a giocare qualche metro più in là e fate finire la conversazione ai grandi qui" Per qualche ragione riuscì ad immaginare l'espressione di totale disappunto di Elizabeth a quella frase. Si, certamente avrei dovuto iniziare a filtrare i miei pensieri. Sentì la maniglia della portiera del lato passeggero scattare per un paio di volte ma per fortuna avevo la sicura inserita. Mi voltai di scatto verso il ragazzo lato finestrino prima di vedere che una mano lo aveva afferrato e lo stava strattonando dal colletto.
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    Ho messo un pochino di movimento, spero non ti dispiaccia! c:
     
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4 replies since 8/4/2024, 20:15   59 views
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